Abruzzo 1943
Guerra, Istituzioni, Società, Luoghi, Architetture

Giornata di studi “Abruzzo 1943. Guerra, Istituzioni, Società, Luoghi, Architetture” organizzata dall’Archivio Storico della Presidenza della Repubblica (Responsabile scientifico dott.ssa Marina Giannetto Sovrintendente Archivio storico della Presidenza della Repubblica); dall’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” (Responsabili scientifici prof.ssa Giuseppina Enrica Cinque, prof. Franco Salvatori; dall’Università degli Studi “G. d’Annunzio” (Responsabile scientifico prof.ssa Caterina Palestini) che si svolgerà presso la prestigiosa sede dell’Archivio Storico della Presidenza della Repubblica, Palazzo Sant’Andrea, via del Quirinale n.30

Con la Giornata di Studi si vuole fare luce su un tema che, tristemente noto in sede regionale per le numerose valenze che hanno visto il territorio abruzzese protagonista delle vicende belliche della seconda metà del 1943 e fino alla prima del 1944, non ha ancora avuto la piena risonanza che merita a scala nazionale.
Una serie di tragici accadimenti, sismici e bellici, devastarono i Comuni abruzzesi che, pur vantando un’antica storia di resilienza antropica, non si ripresero più dopo la completa distruzione condotta dalle truppe tedesche nel giro di poco meno di un mese e oggi rischiano il definitivo abbandono. In particolare la sessione: Architetture: Vivere, Abitare, Internare mette in evidenza quanto accaduto nelle città e nei borghi d’Abruzzo dal punto di vista architettonico e urbanistico, tra distruzioni, ricostruzioni e spopolamento.
Le numerose stragi nazifasciste (più di 900 morti tra civili inermi, hanno indotto alla formazione delle prime operazioni di resistenza messa in atto da una popolazione, povera e stremata, ma coraggiosamente ospitale nei confronti dei confinati e di chiunque si trovasse ad attraversare il suo territorio. Tra questi molti di religione ebraica, come ricordato dal Presidente Ciampi: “in quelle giornate dell’inverno ’43-’44 in quei mesi di tragedia e di gloria” fui testimone diretto di come “le popolazioni di queste regioni con grande spontaneità […] coscientemente misero a rischio la loro vita, per dare rifugio e protezione, per vestire e sfamare coloro che cercavano la libertà. Divisero con loro, come è stato detto, “il pane che non c’era”.

1943_locandina-giovanni-caffio