diségno n. 12, 2023 – Punti di vista dall’alto

Punti di vista dall’alto
call for paper diségno n. 12, 2023

a cura di Pilar Chías Navarro, Andrea Giordano, Ornella Zerlenga

Nell’accezione più generale, per ‘punto di vista’ si intende quel punto dal quale si immagina venga osservato qualcosa (un oggetto, un’architettura, un paesaggio, ecc.). Il concetto di ‘punto di vista’ trova infatti sinonimia nei termini di ‘angolatura’, ‘angolo visuale’, ‘prospettiva’ e può corrispondere sia a un punto fisico quanto figurato. Non a caso, in letteratura (che condivide con la rappresentazione l’atto della narrazione), per ‘punto di vista’ si intende l’angolatura dalla quale si pone colui che narra e, nelle descrizioni, ben si analizza il concetto di ‘punto di vista’ per restituire una classificazione sulla posizione del narratore nei confronti di ciò che racconta. In tal senso, la descrizione viene definita ‘monoprospettica’ quando esiste un’unica angolazione di ordine lineare e ‘pluriprospettica’ nel caso in cui la descrizione è ‘vista’ da più angolazioni e, pertanto, restituisce un andamento non lineare. Ma, ancora, in una narrazione esiste anche un ‘punto di vista spaziale’, che dipende dal luogo dove l’autore narra e descrive ciò che vede, così come un ‘punto di vista temporale’, che segue il tempo della descrizione in momenti diversi o in fasi diverse. Ma, soprattutto, esiste un ‘punto di vista soggettivo’ ovverossia di carattere culturale, psicologico e ideologico che investe l’atteggiamento mentale di chi descrive, da quello cognitivo a quello emozionale.
Tutte queste definizioni conducono però a un ‘punto fermo’: il ‘punto di vista’ allude, sì, all’atto con cui si posano gli occhi su qualcosa ma, al contempo, contiene in sé anche la scelta da parte del narratore (qui, rappresentatore nell’accezione di colui che disegna) di porsi in una postazione precisa da cui osservare la realtà, che potrebbe ‘apparire’ altro se osservata da un diverso ‘punto di vista’. Ciò indurrebbe a dubitare sulla oggettività della narrazione (ovvero rappresentazione), ma non è così. La scelta del ‘punto di vista’ da cui osservare la realtà e, dunque, descriverla trova fondamento nella sintesi della multidimensionalità degli aspetti da rappresentare, della molteplicità di più metodologie di rappresentazione atte a descriverli, della finalità della rappresentazione stessa, ossia dell’informazione che questa deve veicolare.
Nella rappresentazione geometrica della realtà la posizione del ‘punto di vista’ è funzione di più parametri:
• della distanza (infinita o finita) di osservazione dell’oggetto dal quadro della rappresentazione (piano su cui l’immagine della realtà è geometricamente proiettata e delineata);
• della direzione di osservazione e della disposizione di ciò che si descrive rispetto a essa;
• dell’altezza dell’osservatore rispetto al piano di stazione (nel caso di distanza finita).
La definizione di questi elementi consente di poter determinare più ‘punti di vista’ di una stessa realtà, pervenendo alla costruzione di diversi esiti figurativi tali da astrarre totalmente dall’effetto visivo della percezione tridimensionale, discretizzando il reale in due ‘viste’ bidimensionali (metodo delle doppie proiezioni ortogonali: piante, sezioni, prospetti) oppure di alludere percettivamente alla tridimensionalità della realtà indagata secondo ‘punti di vista’ che estraggono l’osservatore dal contesto (metodo delle proiezioni parallele o cilindriche: assonometrie) o che, di contro, lo immettono (metodo delle proiezioni centrali o coniche: prospettive). E fondamentali, per di più, anche le ricadute che tali pensieri sul ‘punto di vista’ possono avere in termini creativi e ideativi degli spazi immaginati.
In tal senso, il numero 12 della rivista scientifica diségno invita a riflettere sul progetto di narrazioni costruite attraverso ‘punti di vista dall’alto’, declinando il tema in quattro ambiti di interpretazione:
• Geometrie di rappresentazione dall’alto (narrazioni che trovano fondamento teorico nella scienza della rappresentazione).
• Misura dei territori dall’alto (narrazioni che trovano fondamento teorico-pratico nell’uso di metodologie, tecniche, strumenti sia analogici che digitali).
• Pensieri visuali dall’alto (narrazioni che, come il mito di Icaro, trovano fondamento artistico-culturale nella metafora di un’ambizione infranta).
• Raffigurazione di paesaggi dall’alto (narrazioni che trovano fondamento nell’idea stessa di ‘paesaggio’).

consegna abstract: 15 novembre 2022
comunicazione accettazione: 15 dicembre 2022
full paper: 15 febbraio 2023
comunicazione accettazione definitiva: 15 marzo 2023
consegna contributo esteso in lingua madre e inglese: 15 aprile 2023


Points of view from above
call for paper diségno n. 12, 2023

edited by Pilar Chías Navarro, Andrea Giordano, Ornella Zerlenga

In the most general sense, with ‘point of view’ we mean the point from which one imagines he is looking at something (an object, an architecture, a landscape, etc.). Indeed, the concept of ‘point of view’ matches terms as ‘angle’, ‘visual angle’, ‘perspective’ and can be considered as a physical point or figurative one. It is not a coincidence that in literature (which shares with the representation the act of narration) the ‘point of view’ is a personal interpretation of the writer, since, in his descriptions, he uses the concept of ‘point of view’ to analyze and classify his own thoughts or physical position, referring to a specific narrative situation. In this sense, the description is defined as ‘mono-perspective’ when there is a single angle of linear order and ‘multi-perspective’ in the event that the description is ‘viewed’ from multiple angles and, therefore, it refers to a non-linear trend. But, again, in a tale there is also a ‘spatial point of view’, which depends on the place where the author is located and describes what he is looking at, as well as a ‘temporal point of view’, which follows the time of the description in different moments or in different stages. Yet, above all, there is a ‘subjective point of view’: it has a cultural, psychological, and ideological nature that affects the mental attitude of the person that describes, involving the cognitive as well as the emotional spheres.
However, all these definitions lead to a ‘fixed point’: the ‘point of view’ alludes to the act of looking with your own eyes at something. Nevertheless, at the same time, this act contains also the personal choice of the narrator (here, he should be considered as the one who draws) to place himself in a precise position from which to observe the reality, since the surrounding world could ‘appear’ different if observed from a different ‘point of view’. This would lead us to doubt the objectivity of the narrative (i.e. representation), but this is not the case. The choice of the ‘point of view’ from which to observe and describe the reality is based on the synthesis of the multidimensionality of the features to be represented, on the multiplicity of various representation methodologies able to describe them, on the purpose of the representation itself, with the information that this must convey.
In the geometric representation of reality, the position of the ‘point of view’ is a function of several parameters:
• The distance (infinite or finite) of observation of the object from the iconic plane of the representation (plane on which the image of reality is geometrically projected and delineated);
• The direction of observation and the position of what is described referring to it;
• The observer’s height referring to the horizontal plane (in the case of finite distance).
The definition of these elements allows determining more ‘points of view’ of the same reality. The result is the construction of different figurative outcomes able to totally abstract the visual effect of the three-dimensional perception, discretizing the real in two two-dimensional ‘views’ (method of double orthogonal projections: plans, sections, elevations) or to perceptively alluding to the three-dimensionality of reality investigated according to ‘points of view’ that extract the observer from the context (parallel or cylindrical projections: axonometries). On the other hand, there are ‘views’ that consider the observer in the context (central or conical projections: perspectives). Moreover, the repercussions that such thoughts on the ‘point of view’ can have in creative and conceptual terms of the imagined spaces are also fundamental.
In this sense, issue 12 of the scientific journal diségno invites us to reflect on the project of narratives created through ‘points of view from above’, declining the theme in four areas of interpretation:
• Geometries of representation from above (narratives that have a theoretical basis in the science of representation).
• Measurement of the territories from above (narratives that have a theoretical and practical basis in the use of methodologies, techniques, both analogic and digital tools).
• Visual thoughts from above (narratives which, like the myth of Icarus, find an artistic-cultural foundation in the metaphor of a shattered ambition).
• Depiction of landscapes from above (narratives based on the idea of ‘landscape’).

Abstract submission: November 15th, 2022
Notification of acceptance: December 15th, 2022
Full paper: February 15th, 2023
Notification of final acceptance: March 15th, 2023
Revised full paper in English: April 15th, 2023

Puntos de vista elevados
call for paper diségno n. 12, 2023

Edición a cargo de Pilar Chías, Andrea Giordano, Ornella Zerlenga

En su acepción más general, entendemos por ‘punto de vista’ aquél desde el que imaginamos observar o representar cualquier cosa (un objeto, una arquitectura, un paisaje, etc.). De hecho, el propio concepto está asociado a términos como ‘ángulo’, ‘ángulo visual’, ‘perspectiva’, y puede corresponder tanto a un punto físico como a uno impropio. No es una coincidencia que en la literatura (que comparte con la representación el hecho narrativo) se entienda por ‘punto de vista’ la interpretación personal del escritor que éste utiliza para plantear y analizar sus ideas, o incluso para definir su posición o distanciamiento respecto a su propia narración.
Desde el planteamiento estricto de la construcción geométrica, la ‘perspectiva con un único punto de vista’ se basa en una transformación de orden lineal, mientras la ‘perspectiva múltiple’ plantea varias angulaciones sin mantener tal orden. Además, la localización del punto de vista en el espacio y en el tiempo aporta una información esencial sobre la posición real o figurada que ha ido adoptando el narrador en diferentes lugares, circunstancias y momentos. Pero, ante todo, propone un ‘punto de vista subjetivo’ cuyas connotaciones culturales, psicológicas e ideológicas remiten a una actitud personal que abarca tanto la esfera de lo cognitivo como de lo emocional.
Este conjunto de definiciones remite a la existencia real o abstracta de un ‘punto fijo’ que alude en origen al hecho de ver algo con nuestros propios ojos, pero que no contradice las infinitas posibilidades de elección del narrador (en este caso, del dibujante) que le sitúan en una situación privilegiada y precisa desde la que observar y representar la realidad o lo imaginado dependiendo de sus elecciones, de sus ‘puntos de vista’ personales. Elecciones que se justifican sobre la base de la multidimensionalidad de los elementos a representar, pero también de los métodos y de las técnicas de representación que resultan más adecuados a los objetivos del dibujo y a la información que se quiere transmitir.
Entre las convenciones que afectan a la representación geométrica, la posición del ‘punto de vista’ depende de varios parámetros:
• su distancia (finita o infinita) respecto al plano del cuadro sobre el que la imagen se proyecta y dibuja;
• la posición recta u oblicua del haz de rayos visuales;
• y la altura del observador respecto al plano o planos sobre los que se sitúa el objeto.
La definición de estos elementos propicia la aparición de múltiples ‘puntos de vista’ de una misma realidad existente o imaginada, de variadas aproximaciones que oscilan entre la abstracción que resulta de optar por las proyecciones paralelas recurriendo a las convenciones de los sistemas diédrico y axonométrico, o por las opciones y artificios más figurativos que simulan la tridimensionalidad a través de los sistemas de proyección central o cónica.
En esta línea, el número 12 de la revista científica diségno invita a reflexionar sobre el proyecto de las narraciones construidas desde ‘puntos de vista elevados’, que se sintetiza en cuatro ámbitos de interpretación:
• Las geometrías de las representaciones realizadas desde puntos de vista elevados (cuyo fundamento teórico radica en la ciencia de la representación).
• La medición de objetos, arquitecturas y territorios desde puntos y lugares elevados (narraciones que se apoyan en el uso de métodos, técnicas e instrumentos analógicos y digitales).
• La reflexión desde las alturas (narraciones gráficas que, como el mito de Ícaro, son metáforas de una ambición artístico-cultural interrumpida).
• La descripción de los paisajes desde puntos de vista elevados (narraciones subjetivas que abordan experiencias múltiples y personales de un mismo paisaje).

Envío de resúmenes: 15 de noviembre de 2022
Notificación de aceptación: 15 de diciembre de 2022
Artículo completo: 15 de febrero de 2023
Notificación de la aceptación definitiva: 15 de marzo de 2023
Artículo completo revisado en inglés: 15 de abril de 2023