Targhe d’oro 2015

Targa d’oro 2015 a ODILE DECQ
La Targa d’Oro UID 2015 intende premiare l’impegno teorico e le qualità di progettista, fra architettura e design che hanno condotto alla realizzazione di opere di fama internazionale, prima come fondatrice di ODBC (con Benoît Cornette), poi dello Studio Odile Decq. Fra i suoi più recenti e suggestivi progetti ricordiamo: il Museo di arte contemporanea a Roma (2007), il GL Events Headquarters a Lione (2014), il Fangshan Tangshan National Geopark Museum a Nanchino (2014).
Il suo impegno nell’ambito della didattica, dopo il periodo di direzione dell’École Speciale d’Architecture in Paris, si esprime oggi nella proposta del Confluence Institute for Innovation and Creative Strategies in Architecture, a Lione, che ospiterà, insieme, “architetti, critici, artisti, pensatori, filosofi, film-makers, scienziati, ingegneri e costruttori” per sviluppare un’architettura diramata e complessa, che generi (nel tempo e nello spazio) idee libere da “pregiudizi stilistici e ideologie”.
Odile Decq così racconta la sua vision dell’architettura “Per me l’architettura è un’avventura, ogni progetto è un’avventura, e io molto spesso faccio il paragone con la navigazione a vista. È vero che io mi prefiggo un obiettivo, così come il navigatore deve fissare un punto sull’orizzonte, un punto che vuole raggiungere… Nello stesso tempo quello che si scopre arrivando, facendo vela, è che la linea d’orizzonte è sempre davanti a noi e non si può che continuare, andare più lontano”. Per Odile, dunque il “disegnare” non è solo prefigurare e configurare grandi soluzioni di architettura: il suo Disegno si conferma anche come laboratorio privilegiato verso sempre nuovi pensieri e scenari di libertà.
È una vision che da ricercatori, studiosi e appassionati dell’architettura condividiamo con lei.

Targa d’oro 2015 a MASSIMO GIOVANNINI
La Targa d’Oro UID 2015 a Massimo Giovannini intende premiare l’alto e qualificato impegno di , ricercatore e capo scuola nell’ambito del rilievo e della rappresentazione dell’architettura.
La sua ricerca ha saputo mettere in valore segni, codici, elementi ordinatori e modelli per una rappresentazione multi scalare e multidimensionale delle architetture, dei paesaggi e delle città del Mediterraneo, attraverso ricerche qualificate in ambito internazionale e come capofila di quattro progetti di rilevante interesse nazionale negli ultimi dieci anni. Tali progetti hanno dato l’opportunità di coinvolgimento ad una ampia comunità di ricercatori di diverse sedi italiane ed estere, pervenendo a risultati originali e di straordinario interesse.
Grazie alle importanti pubblicazioni da lui curate, la comunità scientifica internazionale ha apprezzato gli esiti delle ricerche che, in modo sistematico, raccontano dell‘architettura di terra del Maghreb tunisino, del Marocco e della Giordania, intessendo trame di valori materiali e immateriali ricchi di riferimenti per lo studio dell’ambiente e della qualità urbana, volto alle politiche di governo del territorio.
Come componente della comunità accademica ha diretto tutti i più alti livelli istituzionali, prima come coordinatore del Dottorato di Ricerca, successivamente come Direttore di Dipartimento, Preside e poi, infine, come Rettore – primo e unico della nostra area scientifica, fino ad oggi, a ricoprire tale carica.
In tutti questi ruoli Massimo Giovannini si è distinto sempre per l’impegno e la competenza, dimostrando capacità di governo coadiuvata da una spiccata signorilità e ironia.

Targa d’oro 2015 a AIMARO ISOLA
La Targa d’oro UID 2015 ad Aimaro Isola intende premiare l’impegno teorico, la passione didattica, la capacità inventiva e le qualità di progettista che hanno consentito la realizzazione di opere, che hanno lasciato un segno importante nella storia dell’architettura contemporanea, prima con Roberto Gabetti, fino alle più recenti con Isolarchitetti.
Lunghissimo è l’elenco delle felici realizzazioni, ampia la sua ricerca di artista totale, fra architettura, disegno, pittura, scrittura. Ricordiamo alcuni progetti, fra i più recenti: il Museo civico di arte moderna a Benevento (2000-2005), e per la nostra città, il Parco archeologico della Porta Palatina (2003-2005) e l’appena inaugurato allestimento del Nuovo Museo Egizio di Torino. E ricordiamo anche gli scritti: Violenza nell’architettura (2004), e Anche le pietre
dimenticano (2012), che fanno nuova luce sulla personale poetica.
Aimaro ci spiega che ha “sempre avuto difficoltà a pensare e a praticare la nostra disciplina, l’architettura, se non comprendendola tra materia e paesaggio – tra ciò che la presuppone e ciò in cui s’iscrive – tra la materia – il materiale, pietra, cemento, mattone, legno – che è architettura in potenza… – ed il paesaggio che è ciò che la eccede e la comprende, in cui vivrà ed a cui sarà affidata nel tempo”
Per lui, infine il” disegnare” è un modo privilegiato di dialogare con tutti altri, per scambiarsi – anche – saperi, valori culturali, sentimenti.